Nell'ambito intramoenia, in qualità di operatori penitenziari, sovente, notiamo che i ristretti, fanno a meno del cibo ma non delle sigarette, fenomeno che con il tempo, intacca in primis, il loro stato di salute, già talvolta cagionevole, prima di trovarsi in uno stato di restrizione della libertà personale. Nasce quindi l'esigenza di tutelare, non solo, l'ordine e la sicurezza interna, ma anche la salute, all'interno dei penitenziari, come forma di deterrenza e rieducazione, anche avverso coloro che fanno contrabbando di sigarette e spacciano sostanze stupefacenti. Propongo pertanto, il progetto "Vietato Fumare", atto a contrastare anche l'ingresso di droghe leggere e pesanti all'interno dei circondariali, in tal modo garantendo, attraverso l'adesione dei ristretti a tale progetto, una finalità premiale, nell'ambito delle relazioni trattamentali, vagliate ai fini del buon esito del percorso detentivo e per la concessione dei rispettivi benefici penitenziari.
Proposta “Vietato Fumare”