Il Corano sancisce che per l' omicidio volontario è sancita la regola del taglione "libero per libero, schiavo per schiavo, donna per donna", nel caso in cui la pena venga condonata da suo fratello, si procede verso questi, con dolcezza e si ripara il danno, con gentilezza, alla persona offesa. In caso di reiterazione della condotta criminosa sarà sottoposto ad un "castigo cocente". Per i giuristi musulmani, l'omicidio può essere doloso o colposo mentre per altra parte della dottrina, è prevista anche la quasi-intenzione. Per l'applicazione del taglione , il reo, capace di intendere e volere, viene sottoposto alla legge musulmana, quando ha agito con la volontà di ammazzare, senza costrizioni e senza complici o concorrenti. Il diritto musulmano non prevede il principio di territorialità. Inoltre, se il reo è un credente, il suo sangue può essere versato nell'ipotesi di miscredenza dopo la fede, adulterio dopo il matrimonio, omicidio senza ragione. L'autore del reato deve agire con consapevolezza della sua azione, non deve essere minore o trovarsi in stato di ubriachezza. I malikiti distinguono tra lo stato di ubriachezza con sostanze lecite altrimenti si applica il taglione. Gli shafi'iti invece prevedono il pagamento della dija in caso di errore sulla sostanza assunta altrimenti l'applicazione del taglione. Per alcuni giuristi basta l'animus necandi mentre per altri l'intenzione di ferire, dolo generico (malikiti), dolo specifico e idoneità del mezzo atto ad uccidere (hanafiti). Per quanto concerne l'avvelenamento gli anafiti sanzionano in caso di somministrazione diretta, ad esempio, è il caso di un politico morto per aver ingerito sostanze velenose somministrate da terze persone. Nel caso di ordini, una parte della dottrina, ritiene che si debba applicare il taglione esclusivamente all'esecutore materiale mentre gli hanafiti, lo applicano anche nei riguardi di chi lo ha emesso. In merito alla costrizione , una parte della dottrina punisce solo chi ha esercitato la costrizione, una parte condanna l'esecutore , altra parte, invece, condanna alla legge del taglione, il mandante e l'esecutore. Inoltre , qualora l'assassino abbia avuto per complici persone a cui non è applicabile il taglione, è previsto il pagamento di metà dija mentre qualora i concorrenti abbiano agito con intenzionalità, si applicherà la legge del taglione. Questa viene anche applicata in base al principio di equivalenza del sangue tra vittima e reo. Una parte della dottrina sancisce che in caso di assassinio di una donna, il taglione prevede che i familiari della donna , risarciscano i parenti del reo poiché la vita dell'uomo vale il doppio rispetto a quella della donna. L'incolpazione da omicidio, scaturisce dalla flagranza del reato ovvero dalla presenza di almeno due testimoni. In caso di ignoti, si dà luogo al c.d. qasama, con cui si giura sulla sunna, per ottenere attraverso giuramento la confessione dell' assassinio. Dall' omicidio volontario, consegue l' indegnità alla successione dell' assassino. L'Articolo 2 della CEDU stabilisce che "Il diritto alla vita di ogni persona è protetto dalla legge. Ogni persona ha diritto alla vita. Nessuno può essere condannato alla pena di morte, né giustiziato". Il diritto alla vita di ogni individuo è stato sancito in ambito internazionale nell'articolo 3 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948. Tra le fonti più antiche che riportano all' affermazione dei diritti umani, rammentiamo i decreti incisi su un cilindro di argilla cotta, in lingua accadica, con la scrittura cuneiforme, denominato Cilindro di Ciro. Questa storica incisione rappresenta il primo documento al mondo sui diritti umani. Sussistono diritti che non possono essere violati da nessuna legge, essendo incessibili, inalienabili ed inviolabili come i diritti della personalità. Nessuno può essere privato del proprio nome, della capacità giuridica, della cittadinanza, del diritto all'integrità fisica (pena di morte), ovvero del diritto all'identità personale. Per la tutela dei diritti umani, ricordiamo le 4 Convenzioni di Ginevra e la Convenzione internazionale per l'eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale (ICERD- 1965), la Convenzione contro ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne (CEDAW - 1979), la Convenzione internazionale contro la tortura (CAT - 1984), la Convenzione sui diritti dell'infanzia (CRC - 1989). Come asseriva Stefano Rodotà "la globalizzazione attraverso i diritti, non attraverso i mercati".
L’omicidio volontario nell’ Islam