libertà Fondamentali

La personalità criminale e l’operatore criminologico

LA PERSONALITA’ CRIMINALE E L’OPERATORE CRIMINOLOGICO La maggior parte dei delinquenti non presenta disturbi psichici di rilievo. Molti di loro presentano disturbi della personalità. Definiamo la personalità come la somma delle reazioni abituali di una persona agli avvenimenti esterni (Arieti, 1969). La Personalità si struttura in funzione del temperamento e di diversi fattori ambientali (educazione in famiglia, intervento della scuola, esperienze, ecc.). La personalità si compone di varie sfaccettature (bisogni, scopi, motivazioni, tratti, attitudini, sistemi di comportamento, organizzazione della libido). Quando alcuni tratti divengono stabilmente non adattivi e rigidi nelle diverse situazioni, può derivarne una importante compromissione del funzionamento soggettivo. Con l’espressione disturbo della personalità si suole indicare quel comportamento di un soggetto ritenuto inadeguato nei rapporti interpersonali e di integrazione nella società tale da suscitare giudizi di valore negativo. I Disturbi della Personalità si differenziano da tutti gli altri disturbi psichici perché non dipendono né dalle alterazioni delle fondamentali funzioni mentali, quali intelligenza, coscienza, pensiero, memoria, umore, né da cause dovute ad ansie nevrotiche. Si attribuisce ad essi il significato di grave e permanente anomalia del carattere che favorisce comportamenti di disturbo, sofferenze per gli altri e problemi di disadattamento sociale. Frequente in questi soggetti è l’uso di droghe e di alcool. Per ricercare correlazioni fra l’uso di droghe e criminalità, bisogna riferirsi al tipo di sostanza che si assume. L’uso di droghe pesanti, come l’eroina, comporta quasi necessariamente la criminalizzazione del tossicomane. Abbiamo prevalentemente reati da sindrome di carenza, da dipendenza dovuti alla necessità di procurarsi il denaro per acquistare la droga. Naturalmente, vi è una correlazione ambientale, ossia nelle zone dove si radunano e confluiscono i tossicodipendenti, si ha come aspetto tipico la delinquenza abituale. Rispetto allo stato di etilismo acuto possiamo affermare che esso ha notevole interesse ai fini criminologici. L’alcool è considerata una sostanza che favorisce per effetto diretto la commissione di reati (incidenti stradali, aggressività, ecc.). Nell’etilismo cronico, insieme al decadimento morale e allo scadimento intellettivo, si ha negligenza per i doveri familiari, lavorativi e sociali, atti immorali e violenti, soprattutto nell’ambiente familiare. Statisticamente è stato osservato che i reati commessi in stato di intossicazione cronica sono meno numerosi di quelli commessi in stato di intossicazione acuta. L’intossicazione acuta, disinibendo i controlli degli impulsi aggressivi, favorisce atti violenti contro le cose (danneggiamenti, incendi) o contro le persone (lesioni, maltrattamenti in famiglia). Frequenti sono anche certi reati sessuali (molestia, esibizionismo, violenza sessuale, incesto). Di particolare importanza sono i reati stradali. Ferdinando Melchiorre Medico-chirurgo, psicoterapeuta familiare - CTU presso il Tribunale di Benevento (psichiatria)