ATTEGGIAMENTO DELL’INTERVISTATORE DURANTE IL COLLOQUIO CLINICO E LA VISITA MEDICA Bisogna utilizzare il metodo non direttivo e non l’impostazione autoritaria. Il metodo non direttivo è centrato sul cliente; l’intervistatore interviene soltanto per ristrutturare, chiarire e oggettivare la situazione, quale appare dai dati forniti dal soggetto. Il Terapeuta deve essere se stesso, non giudicante, spontaneo, partecipativo. Gli aspetti fondamentali da esaminare nell’intervistato sui quali bisogna fondare il giudizio diagnostico sono: 1) alterazione della lucidità del sensorio (intelligenza, attenzione, memoria, orientamento, coscienza, capacità di critica e di giudizio); 2) eventuali alterazioni del contatto con la realtà (deliri, allucinazioni, aspetti inappropriati e sconcertanti dell’affettività e degli impulsi); 3) eventuale distorsione/dispersione dell’identità rispetto a se stesso e rispetto alla propria integrazione con il mondo esterno, 4) la presenza di “vuoto interiore”, di aggressività, di bassa tolleranza allo stress; 5) i meccanismi di difesa (se primitivi o meno primitivi o maturi). L’ATTENZIONE E’ la proprietà che la mente possiede di dirigere e fissare la parte più nitida della coscienza. L’attenzione può essere: - involontaria o spontanea (evocata spontaneamente da stimoli lievi o intensi) - volontaria e conativa (azionata da uno sforzo della volontà). Aumento dell’attenzione si ha in alcuni deliranti, negli stati ansiosi o depressivi. LA MEMORIA La memoria è considerata la facoltà di fissare e conservare le percezioni presenti e di rievocare quelle passate. Comprende tre funzioni: la fissazione, la conservazione, la rievocazione. I suoi disturbi potranno riguardare sia la capacità di formare nuovi ricordi (amnesia di fissazione), sia il riaffioramento dei vecchi ricordi (amnesia di rievocazione), sia l'intera capacità mnesica (amnesia globale). Ferdinando Melchiorre Medico-chirurgo, psicoterapeuta familiare, CTU presso il Tribunale di Benevento
Colloquio clinico